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Deleghe di Pagamento F24 - F23, Compensazioni

Indice :
  1. Il modello F24
  2. Come si corregge un errore nel modello F24
  3. Il modello F23
  4. Compensazioni d'imposte tetti e limiti del 2007

1. Modello F24

PER PAGARE: Imposte sui redditi e ritenute alla fonte; Iva; Tributi locali (ICI, TARSU/TARIFFA, TOSAP/COSAP, solo per i comuni convenzionati); Imposte sostitutive delle imposte sui redditi e dell’Iva; Irap; Addizionale regionale o comunale all’Irpef; Contributi e premi INPS, INAIL, ENPALS, INPDAI; Diritti camerali; Interessi in caso di pagamento rateale.

PER PAGARE TUTTE LE SOMME DOVUTE (COMPRESI INTERESSI E SANZIONI) IN CASO DI: Liquidazione e controllo formale della dichiarazione; Avviso di accertamento; Avviso di irrogazione sanzioni; Accertamento con adesione (concordato); Conciliazione giudiziale; Ravvedimento.

PDF Modello - pdf

PDF Istruzioni per la compilazione - pdf

 
PDF Modello F24 predeterminato ICI - pdf

I titolari di partita IVA sono obbligati ad effettuare il pagamento utilizzando il modello F24 telematico

ATTENZIONE - ADDIO AGLI F24 CARTACEI PER AZIENDE E PROFESSIONISTI

Due emendamenti al decreto legge 203/05 approvati in commissione Finanze del Senato obbligano i contribuenti dal 1º febbraio 2007 (proroghe comprese)  ad effettuare i versamenti con l'F24 esclusivamente per via telematica, direttamente o tramite gli intermediari. L'obbligo riguarderà tutti coloro che presentano le dichiarazioni per via telematica

 

Come si corregge un errore commesso nel modello F24

Gli errori commessi nella compilazione del modello di versamento F24 possono essere rettificati solo presso gli Uffici locali.

Cosa si può correggere
Il contribuente recandosi presso l’Ufficio può correggere i seguenti errori:

  • il periodo di riferimento;
  • i codici tributo.
Si può inoltre:
  • ripartire tra più tributi l’importo a debito o a credito indicato con un solo codice tributo;
  • annullare le deleghe con saldo pari a zero.

Istanza di rettifica  - pdf

Il modello F23

Con il modello F23 si pagano per la maggioranza dei casi l'imposta di registro, nonche' tutti gli altri tributi non richiamati nell'elenco del modello F24

 

 

 

Le Compensazioni

Le compensazioni d’imposte sono state introdotte dal decreto legislativo 9 luglio  1997,  n.  241, che ha introdotto anche il modello unico di pagamento F24.

Fino al 2006 non era necessaria nessuna autorizzazione e non si imponeva alcuna limitazione alle compensazioni.

In un secondo  momento  il  sistema  di versamento unitario e di compensazione delle  imposte  e  dei  contributi  è stato esteso ai contribuenti non titolari di partita IVA.

La  compensazione  va  fatta  entro  la  data  di  presentazione   della dichiarazione successiva.

Il comma 30 dell’art.1 della Legge finanziaria 2007  obbliga  i  contribuenti titolari di partita IVA a comunicare, per via telematica, all'Agenzia  delle entrate, l'importo e la  tipologia  dei  crediti  oggetto  della  successiva compensazione.

    Tale comunicazione deve effettuarsi entro il quinto giorno precedente  a quello  in  cui  i  contribuenti  intendono   effettuare   l'operazione   di compensazione;  l'obbligo  opera  soltanto  in   caso   di   operazioni   di compensazione per importi superiori a 10 mila euro.

    Qualora l'Agenzia delle entrate non fornisca alcuna comunicazione  entro tre giorni dalla comunicazione inviata dal contribuente, scatta il  silenzio assenso, ed il contribuente  può  legittimamente  portare  in  compensazione l'importo richiesto.

Il Fisco di Prodi  forza la mano sulle compensazioni. Per contrastarne l'uso indebito è pronto a un vero e proprio giro di vite sull'utilizzo dei crediti d'imposta superiori a 10mila euro. E nello scrivere il provvedimento attuativo le Entrate vanno, almeno nella versione attuale, oltre il mandato normativo della Finanziaria 2007.

Nella bozza del provvedimento sulla comunicazione preventiva da inviare al Fisco per accedere alle compensazioni, l'amministrazione sembra interpretare a modo suo sia la definizione del limite dei 10mila euro, sia il possibile superamento, senza limiti temporali, del silenzio-assenso.

Per non parlare, poi, delle motivazioni che possono indurre le Entrate a negare l'utilizzo dei crediti maturati. Lo schema su cui sta lavorando l'Agenzia vorrebbe colmare il vuoto lasciato dalla norma, stabilendo a priori quali sono le motivazioni che possono condurre al disconoscimento del diritto alla compensazione. Secondo il provvedimento, infatti, per bloccare tutta la procedura potrebbe bastare anche solo l'iscrizione a ruolo di mille euro successiva al 1° gennaio 2000. Una possibilità, questa, che non appare sorretta da alcuna norma.

Un tetto annuale inventato dal Fisco oltre il quale bisogna chiedere l’autorizzazione

Dalla lettura della Finanziaria 2007, dalle relazioni di accompagnamento e dallo stesso dibattito parlamentare che portò alla stesura definitiva del comma 30 dell'articolo 1 sulle compensazioni, sembrava emergere senza dubbi che il limite dei 10mila euro fosse riferito alle singole operazioni di compensazione e non alle compensazioni dell’intero periodo d’imposta. Ora invece lo schema di provvedimento predisposto dal Direttore dell'agenzia delle Entrate, dispone esplicitamente che i titolari di partita Iva che vogliono effettuare compensazioni «per importi superiori a 10.000 euro in ciascun anno solare» sono obbligati alla comunicazione preventiva da inoltrare in via telematica al Fisco.

Il Reato di indebita compensazione

Da un lato, sempre per scoraggiare l'illegittimo utilizzo di crediti in compensazione, con il Dl 223/2006 è stato previsto il reato di indebita compensazione, per chi utilizza crediti inesistenti o non spettanti per importo superiore a 50mila euro per ciascun periodo d'imposta (articolo 35, comma 7, che ha introdotto il nuovo articolo 10-quater del Dlgs 74/2000). Dall'altro lato, con il Dl 262/2006 (all'articolo 2, comma 13), allo scopo di rafforzare gli strumenti della riscossione coattiva, è stata predisposta un'utile procedura di compensazione, da adoperare in sede di espletamento dei controlli preventivi, propedeutici all'erogazione dei rimborsi d'imposta in presenza di iscrizioni a ruolo.

La compensazione dei crediti iva delle liquidazioni periodiche

Purché non richiesti a rimborso, sono compensabili con i versamenti di imposte e contributi da effettuare con il modello F24, sia il credito Iva risultante dalla dichiarazione annuale, sia quelli "infrannuali" di cui all'articolo 38 bis, comma 2, del Dpr 633/72, maturati nei primi tre trimestri dell'anno (e contraddistinti con i codici tributo 6036, 6037 e 6038), per i quali sussistano i requisiti di cui all'articolo 30, comma 3, lettere a), b), c) del Dpr 633/72.

I crediti Iva, invece, risultanti dalle dichiarazioni periodiche, mensili e trimestrali, possono essere usati solo per diminuire i debiti Iva delle successive o anche precedenti liquidazioni periodiche, nonché - a partire dal 2001 - per compensare un versamento Iva non eseguito di una dichiarazione periodica con un credito di una dichiarazione successiva.

L’ici compensabile e pagabile con il modello F24

Il decreto legge Visco Bersani (articolo 37 comma 55, Dl 223/06, convertito dalla legge 248/06) ha introdotto la possibilità di pagare l’ici con il modello F24 e conseguentemente anche di compensarla anche con altre imposte.

Il tetto massimo di compensazioni effettuabili nell’anno

Il decreto legge Visco Bersani (articolo 37 comma 55, Dl 223/06, convertito dalla legge 248/06) ha introdotto un tetto massimo di crediti d’imposta compensabili, Il limite massimo dei crediti d'imposta compensabili è di 516.456,90 euro per ciascun anno solare.